Dunque, l'amministrazione di condominio è intesa dal codice civile in parte come funzione che rileva in termini di comportamento, di condotta, meramente esecutiva delle deliberazioni assembleari, e in parte come ufficio autonomo, al quale vengono assegnate competenze proprie ed esclusive, ma rimane pur sempre disciplinata in base ai principi di responsabilità. Si rivela, però, inadeguato lo strumentario normativo per far valere in giudizio la mala gestio dell'amministratore di condominio.

Fine del lavoro per malattia, le ferie non godute vanno pagate. Condannata l'assicurazione se non tiene indenne l'avvocato che ammette l'errore. Pedopornografia, sì alla diminuente per i casi di minore gravità. Balneari, illegittime le proroghe generalizzate delle concessioni demaniali. Ingiunzioni al giudice del Paese del debitore. Sono alcuni dei temi affrontati in settimana dai giudici nazionali ed europei.

La norma innovativa recata dal secondo periodo del comma 257 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006 n. 296, nel parametrare l'indennizzo per una cabina residenziale inamovibile nel demanio marittimo ai valori di mercato, non contrasta con le disposizioni recate dalla Costituzione. Così la Consulta con la sentenza 70/2024.

«C'è una rotonda sul mare….» No, è una cabina residenziale abusiva, inamovibile, niente di romantico: ci si chiede se il danno al paesaggio possa, dopo tanti anni, venire almeno in parte compensato adottando all'indennizzo i canoni di mercato, come ha disposto uno dei tanti commi della legge finanziaria 2007 (il 257). Ma le leggi non son mai chiare: si tratta del frutto d'interpretazione autentica o di una norma del tutto innovativa? Da questa seconda opzione -per quanto per la verità piuttosto opinabile - e con gran copia di richiami a precedenti passa ora con la sentenza n. 70/2024 la Consulta nel respingere in toto ogni profilo d'incostituzionalità , anche sotto il profilo della retroattività della novella, mettendo in risalto la gravità dell'abusivismo e lo spessore costituzionale della tutela del paesaggio.

Nulla per violazione dell’ordine pubblico (a causa della contraddittorietà rispetto al regolamento comunitario) la clausola contrattuale che attribuisce al titolare della proprietà intellettuale sui cultivator brevettati anche il potere di scegliere i soggetti ai quali spetta la distribuzione dei frutti da parte del produttore autorizzato all’utilizzo dei costituenti di una varietà protetta, se utilizzabili come materiale di moltiplicazione. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza 9429/2024.

Con il recente provvedimento in esame, la Suprema Corte ha definito una complessa controversia sorta tra un’impresa pugliese e la multinazionale californiana Sun World International LLC, leader mondiale nel breeding di nuove varietà di uva senza semi

La Consulta ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della rapina impropria e, in via conseguenziale, della rapina propria, nella parte in cui le relative fattispecie incriminatrici non prevedono che la pena da esso comminata sia diminuita in misura non eccedente un terzo quando per la natura, la specie, i mezzi, le modalità o circostanze dell'azione, ovvero per la particolare tenuità del danno o del pericolo, il fatto risulti di lieve entità.

Prosegue il percorso di allineamento costituzionale dei fatti di lieve entità dei più gravi reati contro il patrimonio: dopo l’estorsione (sentenza n. 120 del 2023), ora tocca alla rapina (sia propria che impropria) introdurre la previsione della necessaria presenza di una attenuante a effetto comune .

Pronunciandosi in materia di telefonate "supplementari", la Corte costituzionale riafferma la finalità rieducativa della pena e il divieto costituzionale di introdurre o mantenere regimi penitenziari differenziati e più severi nei confronti di detenuti per i quali non sia stata accertata, in termini di attualità, la concreta pericolosità sociale.

Con la depositata lo scorso 13 maggio, la Corte costituzionale ha deciso la questione di costituzionalità sollevata dal magistrato di sorveglianza di Padova con ordinanza n. 122 del 2 agosto 2023

Il generalizzato ricorso al criterio della vicinitas ha subito negli ultimi anni una battuta d'arresto, sancita dall'Adunanza Plenaria n. 22 del 2021. La giurisprudenza amministrativa mostra di voler definire con sempre maggiore puntualità il principio di diritto affermato, al fine di preservare l'integrità delle condizioni dell'azione prescritte dalla disciplina processuale.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana, accogliendo l'eccezione preliminare articolata dall'amministrazione resistente e dalla società controinteressata, ha dichiarato il ricorso inammissibile per difetto di interesse a proporre l'impugnazione in capo ai ricorrenti.

Con la sentenza depositata il 16 maggio (Somogyi contro Ungheria, ricorso n. 15076/71), la Corte europea dei diritti dell’uomo è tornata sulla diffusione di post di terzi sulla bacheca Facebook di un utente, poi condannato per diffamazione in sede civile, chiarendo che i giudici nazionali per accertare se vi è stata un’effettiva lesione alla reputazione di un ente pubblico devono applicare i criteri individuati nella giurisprudenza della Corte europea per verificare se la limitazione della libertà di espressione persegua un fine legittimo.