LA QUESTIONE Nella cd. "vendita a catena" il rivenditore finale, quando deve rispondere nei confronti del consumatore per un vizio di conformità di un bene imputabile ad un'azione od omissione del produttore o di un precedente venditore della medesima catena distributiva o di un intermediario, può esercitare azione di rivalsa verso i responsabili.

L'ANALISI DELLA DECISIONE Il rivenditore finale, quando deve rispondere nei confronti del consumatore per un vizio di conformità di un bene imputabile ad un'azione od omissione del produttore o di un precedente venditore della medesima catena distributiva o di un intermediario, può esercitare azione di rivalsa verso i responsabili.

LA QUESTIONE Ai fini della giustificatezza del licenziamento dirigenziale può rilevare qualsiasi motivo, purché apprezzabile sul piano del diritto, idoneo a turbare il legame di fiducia con il datore, nel cui ambito rientra l'ampiezza dei poteri attribuiti al dirigente, sicché maggiori poteri presuppongono una maggiore intensità della fiducia e uno spazio ampio ai fatti idonei a scuoterla.

L'ANALISI DELLA DECISIONE Ai fini della giustificatezza del licenziamento dirigenziale può rilevare qualsiasi motivo, purché apprezzabile sul piano del diritto, idoneo a turbare il legame di fiducia con il datore, nel cui ambito rientra l’ampiezza dei poteri attribuiti al dirigente, sicché maggiori poteri presuppongono una maggiore intensità della fiducia e uno spazio ampio ai fatti idonei a scuoterla.

LA QUESTIONE L a riforma Cartabia è intervenuta sulla regola di giudizio per l'emissione della sentenza di non luogo a procedere, eliminando il precedente riferimento ai criteri di insufficienza e contraddittorietà degli elementi raccolti per il sostegno dell'azione penale ed adottando il parametro della "ragionevole previsione di condanna".

L'ANALISI DELLA DECISIONE Con riferimento alla disciplina del processo agli enti, non raggiunta dalla modifica dell'art. 425 c.p.p. introdotta dalla riforma Cartabia, si è posto il problema di una sostanziale discrasia normativa che, da un canto, non pare trovare una ragionevole giustificazione e, dall'altro, rischia di generare squilibri processuali all'interno del medesimo procedimento.

LA QUESTIONE L'intervenuto regime di procedibilità a querela, in quanto lex mitior , deve ritenersi pacificamente applicabile anche ai reati commessi anteriormente alla modifica legislativa.

L'ANALISI DELLA DECISIONE La sentenza, nel ritenere applicabile la nuova regola della procedibilità a querela per il reato di lesioni personali lievi anche ai reati commessi anteriormente alla riforma, offre anche l'opportunità di un ulteriore spunto di riflessione in ordine ai rapporti tra i contenuti della riforma e l'art. 4 D.lgs. n. 274/2000, che attribuisce alle competenze del Giudice di pace il reato di cui all'art. 582 c.p.

LA QUESTIONE In ordine al corretto esercizio del potere di annotazione, la giurisprudenza amministrativa ha specificato che l'Autorità ha il dovere di valutare sia la conferenza della notizia rispetto alle finalità di tenuta del Casellario, sia l'utilità della stessa quale indice rivelatore di inaffidabilità dell'operatore economico attinto dalla annotazione.

L'ANALISI DELLA DECISIONE In ordine al corretto esercizio del potere di annotazione, la giurisprudenza amministrativa ha specificato che l'Autorità ha il dovere di valutare sia la conferenza della notizia rispetto alle finalità di tenuta del Casellario, sia l'utilità della stessa quale indice rivelatore di inaffidabilità dell'operatore economico attinto dalla annotazione.

LA QUESTIONE In tema di adeguatezza della motivazione riferita a quella peculiare categoria di atti amministrativi rappresentati dai giudizi valutativi delle prove dei concorsi pubblici, è ritenuta sufficiente l'attribuzione del voto numerico o, come nella specie, la declaratoria della non idoneità, qualora l'elaborato non raggiunga nemmeno la soglia della sufficienza, senza necessità di ulteriori indicazioni e chiarimenti.

L'ANALISI DELLA DECISIONE I l voto numerico è espressione sintetica ed esaustiva della valutazione espressa dalla commissione di un concorso pubblico che, in quanto tale, soddisfa adeguatamente l’onere della motivazione di cui all’art. 3, l. 241/90 e, più in generale, dei principi sanciti dall’art. 97 Cost.