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EDITORIALE

GIURISPRUDENZA

Pec: se l’allegato è illeggibile la notifica non è inesistente

Spetta al cittadino la contestazione che il prefetto ha sbagliato a classificare la strada come extraurbana secondaria; secondo la riforma Cartabia l'imputato assente deve indicare il domicilio che renda più semplice la notifica dell'impugnazione; la diagnostica di bordo di una automobile deve essere accessibile alle officine indipendenti: sono queste le altre questioni oggetto di attenzione da parte dei giudici

CIVILE

GIURISPRUDENZA

Illegittimo non prevedere un’ipotesi di indennizzo per il vaccino raccomandato anti HPV

Con la pronuncia n. 181 del 26 settembre 2023, la Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 1, della legge 25 febbraio 1992 n. 210 nella parte in cui non prevede il riconoscimento del diritto a indennizzo, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla medesima legge, a favore di quei soggetti che abbiano riportato lesioni o infermità, da cui sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, a causa della vaccinazione contro il contagio da HPV

Riscossione, inammissibili le questioni sull’impugnabilità dell’“estratto di ruolo”

In tema di riscossione e in particolare di mancata previsione di una norma che esclude l'immediata impugnabilità del ruolo/cartella di pagamento, limitandola alle sole ipotesi in cui l'iscrizione a ruolo determini dei particolari pregiudizi espressamente previsti dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’articolo 12, comma 4 -bis , del Dpr 29 settembre 1973 n. 602, così come modificato dall’articolo 3 -bis del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146 convertito, con modificazioni, nella legge 17 dicembre 2021, n. 215, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 24, 77, 111, 113 e 117 della Costituzione. Così la Consulta con la sentenza 190/2023.

Un sistema troppo vulnerabile che il legislatore deve modificare

Con la sentenza 190 del 17 ottobre, la Consulta è intervenuta sulla necessità che il legislatore garantisca la tutela giurisdizionale. La pronuncia riguardava l'impugnazione della cartella di pagamento che il contribuente assuma invalidamente notificata e della quale sia venuto a conoscenza tramite la consultazione dell'estratto di ruolo. Da questa rubrica abbiamo più volte evidenziato che i tempi che la delega si è data, sono fin troppo ampi per settori quali l'accertamento e la riscossione che, essendo neutri dal punto di vista della copertura finanziaria, postulano un immediato intervento

Impugnabile la delibera se l’altro comproprietario la vota su un punto non all’ordine del giorno

Con la sentenza n. 27772/23 la Suprema Corte di Cassazione torna ad affrontare la questione relativa alla possibilità per il comproprietario di un immobile, sito in un condominio, di impugnare la delibera assembleare alla quale non aveva partecipato direttamente ma aveva delegato l’altro comproprietario, in presenza di un voto favorevole alla delibera da parte di quest’ultimo e di un ordine del giorno non preciso.

PENALE

GIURISPRUDENZA

Reato di furto, la nozione di profitto esula da un bisogno solo patrimoniale

In tema di furto, il fine del profitto integrante il dolo specifico del reato non ha necessario riferimento alla volontà di trarre un'utilità economica del bene sottratto, potendo anche esulare dal soddisfacimento di un bisogno strettamente patrimoniale e, pertanto, rispondere a una finalità di dispetto, ritorsione o vendetta: Così le sezioni Unite con la sentenza 41570/2023

L’obiettivo del dolo può rispondere a una finalità di dispetto o vendetta

Il contrasto interpretativo verificatosi in seguito all'emersione, in tempi relativamente recenti, di un indirizzo che, in divergenza rispetto a quello tradizionale, ha proposto una lettura "restrittiva" del fine di profitto nel reato di furto "ripudiando" quella onnicomprensiva, ha determinato l'investitura del Supremo Consiglio a Sezioni Unite

AMMINISTRATIVO

COMUNITARIO E INTERNAZIONALE

Il paziente ha diritto a ottenere gratis la prima copia completa della cartella clinica senza indicare i motivi

La Corte di giustizia dell'Unione europea con la sentenza depositata il 26 ottobre nella causa C-307/22 (FT) ha precisato la corretta interpretazione degli obblighi stabiliti dal regolamento 2016/679 sulla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/Ce, noto altresì come regolamento Gdpr.

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