LA QUESTIONE In assenza di un titolo esecutivo, non si può dare inizio alla procedura esecutiva, con notevoli riflessi anche in relazione al successivo intervento del creditore pignorante, in forza di un secondo titolo, per essersi innestato su una procedura inefficace ex tunc per mancanza originaria del requisito ex art. 474 c.p.c..

L'ANALISI DELLA DECISIONE La caducazione dell’efficacia del titolo esecutivo in corso di esecuzione presuppone per il creditore procedente impossibilità di coltivare ulteriormente l’esecuzione forzata, consentendo però al creditore intervenuto, ove munito di un proprio titolo esecutivo valido, di coltivare il pignoramento iniziato da altro debitore, verificandosi così una vera e propria successione nel processo esecutivo. 

LA QUESTIONE La parte attrice ha invocato la tutela del proprio diritto di autore sulle opere (art. 78-ter e 156 ss. LdA) e dei propri diritti di proprietà industriale (artt. 20 e 131 c.p.i.) lamentadno la diffusione su emittenti televisive di contenuti audiovisivi di cui rivendica la titolarità esclusiva. .

L'ANALISI DELLA DECISIONE La condotta di colui che nell’attività di diffusione di video, in qualità di titolare e gestore di una piattaforma telematica, organizza, promuove e ottimizza i contenuti, anche mediante catalogazione di essi e suddivisione in categorie e predisposizione di un sofisticato motore di ricerca agevolandone la consultazione, configura la responsabilità per illecito sfruttamento dei diritti autoriali, stante la qualifica di hosting provider attivo dal medesimo rivestita.

LA QUESTIONE Ai fini della integrazione del reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, è necessario che la minaccia sia ingiusta e che il male prospettato risulti idoneo a condizionare la sfera della libertà morale del soggetto passivo, oltre a sussistere un’indebita attribuzione da parte del privato di poteri e facoltà spettanti esclusivamente al Giudice.

L'ANALISI DELLA DECISIONE Il Tribunale di Nola fa buon governo, non solo dei principi Giurisprudenziali, ma anche della più attenta Dottrina, sia per ciò che attiene alla corretta qualificazione del fatto di reato sussumibile nella fattispecie di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, con violenza alle persone, sia nella sussistenza dell’elemento della minaccia, consistente nella prospettazione di una minaccia ingiusta idonea a condizionare la sfera di libertà morale del soggetto passivo.

LA QUESTIONE La configurabilità del delitto di cui all'art. 643 c.p. presuppone che l'agente abbia indotto la persona offesa al compimento di un atto dannoso per sé o per altri, abusando delle sue condizioni di immaturità o menomazione psichica, al fine di procurare un profitto per sé o per altri.

L'ANALISI DELLA DECISIONE Con la sentenza in commento, il Tribunale di Pescara affronta un caso di circonvenzione di incapaci, soffermandosi ad analizzare, nello specifico, la sussistenza di riscontri in ordine al requisito della condizione di deficienza psichica della vittima del reato al momento del compimento degli atti pregiudizievoli ed alle caratteristiche della condotta induttiva.

LA QUESTIONE Oggetto del giudizio la domanda di condanna dell'Amministrazione scolastica al risarcimento del danno non patrimoniale derivante dall'assegnazione inadeguata di ore di sostegno scolastico.

L'ANALISI DELLA DECISIONE Spetta il risarcimento del “danno da mancato sostegno scolastico” al minore affetto da disabilità cui l’Amministrazione Scolastica abbia assegnato un insegnante di sostegno per un numero di ore inadeguato rispetto alla patologia sofferta ed abbia perpetrato in tale condotta. Tale condotta integra automaticamente la condizione di colpa; colpa che è elemento fondamentale ai fini di un possibile risarcimento. Nel caso specifico il danno da mancato insegnante di sostegno va liquidato alla stregua del danno non patrimoniale, in astratto distinguibile in due tipologie: danno dinamico-relazionale (cioè la mancanza dell’insegnante protratta per un tempo idoneo a pregiudicare la finalità di inclusione e aiuto a cui la figura dell’insegnante di sostegno è deputata) e danno da sofferenza (identificabile con le sofferenze e i patemi d’animo, esito della sofferenza che il disabile prova nel ritrovarsi nell’aula privo di insegnante di sostegno).